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Il personaggio

Francesco Paolo Valentini: io, artigiano per difendere la mia storia e i miei vini

16 Giugno 2016
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Il produttore abruzzese si racconta tra il territorio e il suo lavoro di vignaiolo senza inseguire mode e tendenze. Per ora niente Montepulciano, le ultime annate non sono state all'altezza


(Francesco Paolo Valentini)

di Annalucia Galeone

Loreto Aprutino, in provincia di Pescara è uno dei 300 borghi più belli d'Italia. Un piccolo gioiello incastonato nell'entroterra abruzzese. Nel centro storico, di fronte al castello di Chiola si trova l'azienda agricola Valentini. 

Fondata nel 1650 è una delle più antiche in Italia. La cantina ha sede nella dimora della nobile famiglia, un austero palazzo del 1800. Edoardo e Francesco Paolo Valentini sono considerati i pionieri del vino abruzzese, famosi in Italia e nel mondo per il loro Trebbiano d'Abruzzo, Cerasuolo d'Abruzzo e Montepulciano d'Abruzzo. Sono stati dei precursori, andando controcorrente con coraggio e costanza. Edoardo è scomparso qualche anno fa. Francesco Paolo ne ha preso il testimone e in questa staffetta immaginaria va avanti con grande determinazione proseguendo il lavoro del padre.

Venendo a Loreto Aprutino si tocca con mano quella verità talvolta trascurata che i grandi vini molto spesso si possono ottenere anche da uve autoctone, poco note al grande pubblico. Uve di altissima qualità che esprimono un territorio come poche altre cose. E quella dei Valentini è una realtà produttiva fatta di piccoli numeri, duro lavoro e tanta selezione sulle piante. Considerati dei visionari nonostante le difficoltà e le numerose iniziali critiche oggi hanno scritto alcune delle più belle pagine della storia del vino in Abruzzo e in Italia. L'azienda, come dicevamo, oggi è guidata da Francesco Paolo, dalla moglie Elena e dal figlio Gabriele. Incontrarli per noi è un onore: l'azienda non ha un sito su internet e non è aperta alle visite. All'ingresso, dopo una breve attesa viene ad aprirmi la signora Elena. Accolta dal suo bel sorriso e dai modi gentili  mi conduce prima sulla terrazza con vista mozzafiato sulla valle e poi nello studio. All'improvviso mi trovo catapultata in un'altra epoca. La stanza con il tetto a volta non è molto grande, dà sulla strada principale, alle pareti una immensa libreria e i ritratti degli avi. Lo sguardo si sofferma su un antico mobile con su un orologio da taschino, due pistole d'epoca e una foto in bianco e nero. Al centro della stanza una grande scrivania e una bellissima macchina da scrivere.

Dal racconto della signora Elena apprendo che il palazzo è rimasto pressoché immutato nel tempo. Viene aperto al pubblico solo la domenica della Pentecoste in onore di San Zopito, patrono di Loreto Aprutino. Secondo la tradizione un bue viene portato in processione per le strade del paese con in groppa un bambino vestito da angioletto. Dopo una breve attesa arriva Francesco Paolo Valentini. Mi è stato descritto come una persona schiva e riservata. Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, per esempio, ha scritto di lui: “Non è un uomo da palcoscenico. Se mai fa parlare i suoi vini, sui quali è stato scritto molto e ci accompagnano con la loro longevità per anni e anni”.
Ha un modo di fare aristocratico e cortese. E' un artigiano della resistenza contadina. Nel 2006 dopo la scomparsa del genitore ha preso in mano le redini dell'attività. Decidere di dedicarsi all'agricoltura è stata una scelta naturale, non combattuta come quella paterna insofferente al lavoro nel chiuso di uno studio legale.

Francesco Paolo dà voce a importanti tematiche legate ai cambiamenti climatici, alla conservazione del territorio e all'autenticità del made in Italy. “Io nei sogni ci credo – sostiene. Da mio padre ho imparato che la prima cosa importante è essere se stessi”. 
Continuiamo a parlare. Di questa persona colpisce l'umanità, l'amore innato per la sua terra, l'impegno per la salvaguardia del territorio e la salute dei consumatori. “L'Italia tutta è così bella – riprende Valentini – che potremmo vivere solo di arte, cultura e agricoltura ma gli interessi dei poteri forti predominano. Non ci resta che un'alternativa: resistere, informare e divulgare”. L'azienda agricola possiede 200 ettari, dai 65 vitati si ottengono 50.000 bottiglie.
“Esistono due modi di fare il vino: la lavorazione artigianale e industriale – afferma ancora Francesco Paolo Valentini -. Entrambe valide ma due diversi modi di approcciarsi all'uva. Io sono un artigiano. È un termine generico, ho le mie di tecniche, non seguo quelle del biologico o biodinamico. Si parte dalla vigna con lavorazioni tradizionali, non faccio diserbi e trattamenti con prodotti sistemici, uso solo rame e zolfo. In cantina non faccio il controllo della temperatura, non filtro, non stabilizzo in alcun modo se non con decantazione naturale, non utilizzo lieviti estranei se non quelli già presenti sulla buccia. E' una lavorazione più complicata con tante incognite dovute soprattutto ai cambiamenti del clima”.

Il Montepulciano d'Abruzzo non viene imbottigliato da tempo, il perché è molto semplice: la produzione degli ultimi anni non soddisfa il rigore e la perfezione quasi maniacale ricercata dai Valentini. Sono agricoltori non convenzionali. Di padre in figlio i metodi di lavorazione sono rimasti immutati, abbiamo solo assistito al passaggio del testimone.
Degli altri vini, cosa dire? Abbiamo assaggiato un Trebbiano d'Abruzzo 2012 in forma strepitosa. Per descriverlo non possiamo ricorrere al linguaggio tradizionale. La complessità è straordinaria, l'intensità è al di fuori del comune, è difficile, sfuggente, destinato a grande e lunga vita. E forse l'annata non è neanche tra le più memorabili. È un vino da pasto ma così ricco di spessore che potreste godervelo anche da solo. E tutto questo potrebbe proseguire con il Cerasuolo d'Abruzzo, il 2013, che appena svanisce un po' di carbonica vi prende per mano per concedervi mille sensazioni diverse e piacevoli.
La gamma aziendale comprende anche un ottimo olio extravergine di oliva della tipologia Dritta e un grano autoctono, la varietà San Carlo, assieme a Verrigni pastificio rosetano dà vita a produzioni di eccellenza. Sulla confezione oltre alle informazioni nutrizionali sono pubblicati l'anno della trebbiatura e il percorso della filiera tutta italiana.

“Questa collaborazione non nasce unitamente per meri intenti economici – sottolinea Francesco Paolo Valentini – quanto per il desiderio e la necessità di stringere un patto di alleanza e solidarietà tra aziende dello stesso territorio, in un momento particolarmente critico e difficile della nostra economia. Sostenere e sostenersi a vicenda, incrementare l'economia e l'occupazione, cercando anche di essere un esempio positivo ed una speranza per le altre attività imprenditoriali, spesso costrette a trasferirsi oltre i confini nazionali o peggio a cessare la propria attività”.
A breve verrà inaugurato nel centro di Loreto il frantoio di proprietà Cerretani-Valentini. La storia continua con immutato spirito di resistenza.

Azienda Agricola Valentini                                        
via Baio,  2
Loreto Aprutino (PE)
tel. 085 829 1138