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Scenari

Champagne, 2021 da numeri importanti: “Ora obiettivo 5,5 miliardi di export”

20 Gennaio 2022
Domenico_Avolio_Takeshi_Iwai_e_Ambasciatori_Mario_Chiesa_Chiara_Giovoni_Bernardo_Conticelli_Pietro_Palma Domenico_Avolio_Takeshi_Iwai_e_Ambasciatori_Mario_Chiesa_Chiara_Giovoni_Bernardo_Conticelli_Pietro_Palma

di Michele Pizzillo

Il mercato dello Champagne cresce anche nel 2021 con numeri davvero importanti.

Nell’anno appena concluso, infatti, dalla regione della Champagne sono stati spediti 322 milioni di bottiglie che vuol dire +32% rispetto al 2020. Il mercato francese, con 142 milioni di bottiglie ha registrato un aumento del 25%, tornando addirittura ai livelli del 2019. Record anche per quanto riguarda l’export, che ha visto partire 180 milioni di bottiglie. Dati che dall’Ufficio per l’Italia del Comité Champagne diretto da Domenico Avolio – che ha sede a Milano – commentano con molta soddisfazione e a qualche settimana dalla conclusione dell’importante laboratorio di sperimentazione organizzato per giocare con i contrasti del gusto e spiegare la capacità dello Champagne di abbinarsi anche agli ingredienti più particolari con il percorso iniziato nel 2016 con l’olfatto a cui è seguito l’udito, il tatto, la vista e, ultimo, il palato con le proposto dello chef Takeshi Iwai di Aalto Restaurant di Milano. A mostrare molta meraviglia è, però, Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne: “Questo rimbalzo è una bella sorpresa per gli champenois dopo un 2020 impattato (-18%) dalla chiusura dei principali luoghi di consumo e dall’assenza di eventi in tutto il mondo, oltre ad essere soddisfatto del buon andamento del mercato nazionale”. Francese, ovviamente. Perché di export ne ha parlato Jean-Marie Barillère, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, e altro co-presidente del Comité Champagne, dicendo che “grazie alle esportazioni e alla fedeltà dei consumatori per le grandi cuvée, si prevede che lo Champagne raggiungerà un fatturato record di oltre 5,5 miliardi di euro” che, però, sottolinea che “la media delle spedizioni per il 2020-2021, 280 milioni di bottiglie per 4,9 miliardi di euro, rimane al di sotto del livello pre-pandemico (300 milioni di bottiglie per 5 miliardi di euro)”.

(Domenico Avolio e Takeshi Iwai con gli Ambasciatori Mario Chiesa, Chiara Giovoni, Bernardo Conticelli e Pietro Palma)

Con i settori del turismo e degli eventi ancora limitati dalle restrizioni dovute dalla crisi sanitaria, è facile ipotizzare che il consumo domestico abbia preso il sopravvento: i consumatori hanno deciso di premiarsi a casa, compensando le preoccupazioni del clima generale con nuovi momenti di convivialità e di condivisione. E, poi, nel 2020 i professionisti del vino avevano ridotto le scorte di fronte all’incertezza sulla durata della crisi sanitaria. Ma nel 2021 hanno invertito la tendenza, sorpresi dall’accelerazione della domanda a partire dal mese di aprile. Senza trascurare il fatto che ci sono state alcune difficoltà legate alla logistica e ai disagi nei trasporti. Colpita dalla crisi sanitaria nel 2020 e dalle difficili condizioni climatiche nel 2021, i 16.200 vigneron e le 360 maison della regione dello Champagne sperano che il 2022 apra la strada a un nuovo ciclo di crescita.

In Italia, a quanto pare, lo Champagne ha superato gli 8 milioni di bottiglie e addirittura con una interessante crescita delle annate di prestigio che nel 2019 aveva registrato un +20,5%, portando il nostro Paese al quarto posto nel consumo di Champagne di prestigio e al secondo posto per il consumo delle produzioni dei piccoli vigneron, mentre per il consumo totale sono sempre Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e Germania a precedere l’Italia. L’apprezzamento degli italiani per lo Champagne è stato evidenziato anche dall’idea del Comité Champagne di invitare gli Ambasciatori dello Champagne per l’Italia ha consigliare come abbinare ai nostri piatti il giusto Champagne. Alcuni piatti erano ispirati dalle festività natalizie ma, siccome vanno bene sempre, li citiamo per chi ha voglia di godersi una buona bottiglia del re dei vini. Vediamone qualcuno.

Tortelli di zucca e Champagne extra dry (Marco Anichini, Ambasciatore dello Champagne per l’Italia 2009)
I tortelli di zucca mantovani, vere e proprie “caramelle” di pasta all’uovo, all’interno delle quali si nasconde un autentico connubio di contrasti tra l’origine della zucca, la stagionatura del Grana, la forza della mostarda, il dosaggio degli amaretti e la noce moscata. Anichini consiglia di abbinare uno Champagne extra dry, possibilmente elaborato esclusivamente con il Meunier.

Tortellini in brodo di cappone e Champagne rosé (Claudia Nicoli, Ambasciatrice dello Champagne per l’Italia 2006)
Claudia Nicoli vede nello Champagne rosé, dalla bollicina rosata e romantica, il protagonista nell’accompagnare un grande classico come i tortellini in brodo di cappone. La prevalenza di Chardonnay, ricco di freschezza, acidità e mineralità, si bilancia bene con l’untuosità del brodo, la grassezza del ripieno e la relativa sapidità.

Bordatino e Champagne blanc de blancs (Andrea Gori – Ambasciatore dello Champagne per l’Italia 2011)
D’inverno si riscoprono i sapori del cavolo nero e della polenta gialla. La farinata gialla con il cavolo nero, detto anche “bordatino”, è un piatto toscano tipicamente invernale che vive della grassezza del fagiolo, della dolcezza della polenta e dell’aromaticità del cavolo che quando sente il freddo dà il meglio di sé. Per esaltare questo piatto Andrea Gori ha scelto uno Champagne blanc de blancs, con una duratura permanenza sui lieviti e dotato di una bella e sontuosa acidità, ma che non lesini in struttura e completezza di rimandi aromatici bianchi e fruttati, fino al pepe bianco e nero.

Lasagne alla bolognese e Champagne blanc de noirs extra brut (Bernardo Conticelli, Ambasciatore dello Champagne per l’Italia 2015)
Alle lasagne alla bolognese Conticelli consiglia di abbinarle a uno Champagne extra brut blanc de noirs, con una netta predominanza di Pinot noir. La struttura del vino deve infatti supportare l’intensità aromatica del piatto (specialmente se i vini di base hanno fatto un passaggio in legno). Al tempo stesso, il basso dosaggio ha il compito di pulire la bocca dalla grassezza di ingredienti come ragù e besciamella, invogliando a un nuovo boccone e a un nuovo sorso.

Anguilla e Champagne millesimato (Chiara Giovoni, Ambasciatrice dello Champagne per l’Italia 2012)
Generalmente è un piatto molto di moda nel periodo natalizio, ma che può essere gustato sempre anche nella versione maschile del capitone, cucinata in umido con un po’ di pomodoro e accompagnata da crostini o polenta. Per questo piatto Chiara Giovoni suggerire uno Champagne frutto dell’assemblaggio dei tre principali vitigni della Champagne, meglio se millesimato, con una vecchia sboccatura, in modo che il tempo abbia permesso alle note evolutive di esprimersi, così che la complessità possa sostenere la ricchezza di un pesce dalle carni grasse e succulente.

Cappon magro e Champagne millesimato (Marco Chiesa, Ambasciatore dello Champagne per l’Italia e per l’Europa 2010)
Il cappon magro è un piatto della tradizione ligure relativamente povero ma intenso e ricco, che grazie all’accostamento di pesce e frutti di mare presenta un gusto molto articolato. Così Chiesa ricerca energia nello Champagne da abbinare, un millesimato a prevalenza Chardonnay.

Panettone artigianale con copertura di crema Chantilly e ribes rosso e Champagne Rosé Sec (Leonardo Taddei, Ambasciatore dello Champagne per l’Italia 2008)
Visto che il panettone è ormai disponibile tutto l’anno, abbiamo scelto di riproporre anche la proposta di Leonardo Taddei che consiglia uno Champagne in versione sec che significa svelare, gestendo bene la temperatura di servizio, una lieve e appena percettibile presenza di zuccheri residui nel vino che immediatamente si sposano con le dolcezze del panettone artigianale.