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Riapre “Giardino di Pietra”: design contemporaneo e cucina sostenibile

16 Aprile 2025
La famiglia Murabito La famiglia Murabito

Riapre dopo un restyling il ristorante Giardino di Pietra del charming hotel Castello San Marco della famiglia Murabito a Calatabiano, nel catanese (della struttura abbiamo parlato qui>). Curato dall’architetto Lucia Papa, il nuovo look della sala interna è stato reinterpretato in chiave contemporanea per dialogare, attraverso materiali, luci e dettagli, con l’anima storica del luogo e con il paesaggio circostante. A impreziosire l’ambiente, tre nicchie affrescate dal maestro Salvatore Pluchino con raffigurazioni di santi che richiamano l’iconografia sacra siciliana. Un restauro che reinterpreta l’identità di Giardino di Pietra, radicata nella cultura enogastronomica siciliana e in costante evoluzione verso una cucina sostenibile e territoriale.

Riapertura e restauro della sala sono stati “celebrati” con una serata per ospiti e addetti ai lavori, scandita da un percorso gustativo tra i luoghi più suggestivi della tenuta, accompagnati dai vini di alcune delle cantine protagoniste della carta del ristorante: dall’ingresso di Castello San Marco al Giardino Arabo, dal bellissimo Palmento alla sala ristorante esterna per culminare nella nuova sala interna di Giardino di Pietra. La serata è stata anche l’occasione per riaffermare l’identità gastronomica di Giardino di Pietra, guidato dal 2005 dallo chef Giuseppe Bonaccorso che, con i suoi piatti, vira in maniera decisa verso la sostenibilità. Forte di una produzione vegetale homemade negli orti biologici all’interno della tenuta e del supporto di agrumi e olio, anche questi di produzione propria, la cucina di Giardino di Pietra si vuole connotare come siciliana e sostenibile, stagionale e territoriale.

Nascono così Essenza di primavera, soffice di fave e finocchietto selvatico con cuore cremoso di piselli e maionese di costolina siciliana oppure Tartara di ‘Ammaru Biancu di Sicilia, nuovo signature dello chef Bonaccorso che sceglie di utilizzare gambero bianco di Mazara del Vallo piuttosto che il più noto e richiesto rosso e lo serve in infusione di fiori di campo (dai quali deriva il colore azzurro del crostaceo) e con crema al mandarino. “Tutti vogliono il gambero rosso e ormai non se ne trova più – spiega lo chef –. Io ho scelto di valorizzare il bianco per la sua delicata dolcezza e la straordinaria texture. I fiori di campo danno un bel colore al gambero ma anche una mineralità al piatto che i nostri clienti stanno molto apprezzando”. La tradizione locale viene rimaneggiata in “Ricordo di una focaccia a Messina”, piatto nato da un ricordo personale dello chef e dalla voglia di ripensare un piatto povero della Città dello Stretto: “Lo serviamo con la ricciola cotta a bassa temperatura, una salsa di aglio e tuma, a mo’ di bagna cauda siciliana, un pezzetto di focaccia messinese e salsa di prezzemolo all’acciuga per completare il piatto”.

“Nella nostra cucina nulla si spreca – continua lo chef – I pesci piccoli di scoglio diventano la base del nostro fumetto, con le patate dell’orto facciamo la millefoglie per accompagnare il filetto ai frutti di bosco e siamo molto attenti anche ai vegani o a quanti hanno problemi di intolleranze. Per loro sono nati piatti come il risotto con borragine e tuorlo d’uovo fritto o le verdure maritate che diventano una polpetta”. Un cenno merita anche la cantina di Giardino di Pietra, con più di 300 etichette, pensata per raccontare l’Etna ma con possibilità di incursioni in territorio di pregio internazionali.