Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Dal 2016 sono 9,6 milioni in più i viaggiatori che scelgono il turismo enogastronomico

26 Giugno 2023
Roberta Garibaldi Roberta Garibaldi

Puntuale, da un lustro a questa parte, l’arrivo del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 curato da Roberta Garibaldi, con un’anteprima a Milano riservata alla stampa. in anteprima a Milano. Puntuali anche le analisi, le riflessioni e le proposte che un’autorità del settore come la professoressa Garibaldi sciorina ad un pubblico sempre più interessato allo sviluppo del turismo enogastronomico. Anche perché la crescita dei viaggiatori italiani che hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia sono arrivati a quota 58%, che vuol dire un valore superiore di 37 punti percentuali rispetto al 2016 e, in termini assoluti, qualcosa come 9,6 milioni viaggiatori. In più, c’è da aggiungere che esperienze a tema cibo, vino e birra interessano ormai tutti i viaggiatori del Belpaese: 7 su 10 ne hanno svolto almeno cinque nel corso dei viaggi più recenti (+25% sul 2021). Che, dice la prof. Garibaldi, è un dato in linea con quanto emerge dallo studio della European Travel Commission, secondo cui le proposte a tema cibo, vino, birra, … sono le più ricercate dai viaggiatori del Vecchio Continente nei viaggi di questa estate ormai iniziata, insieme a quelle legate ai paesaggi naturali dove spesso sono vissute (il 17,3% e il 17,8%, in termini assoluti circa 21,2 e 21,8 milioni di turisti hanno intenzione di viverle quest’estate). E saranno il 4,5%, ossia circa 5,5 milioni gli europei che hanno dichiarato di voler fare un viaggio con motivazione primaria enogastronomia. Insomma, nonostante la crisi, circa 1 turista italiano su 3 dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto delle proposte enogastronomiche.

Tris di assi per il futuro del turismo

Il nuovo lavoro – siamo alla sesta edizione del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” – di Roberta Garibaldi, evidenzia i cambiamenti della domanda e le opportunità che si aprono per operatori e destinazioni, chiamate ad intercettare le nuove tendenze in atto. “L’alto interesse dei turisti, l’offerta eccellente del nostro Paese, la crescita attesa per il turismo dei prossimi anni ci regala un incredibile tris di assi per il futuro – afferma Roberta Garibaldi -. La sfida è oggi quello di trasformarlo in un poker, lavorando sui fattori per fare esplodere le potenzialità. Si evidenzia un grande gap tra l’interesse alle esperienze e l’effettiva fruizione, tutte le regioni vantano una ricchezza che può essere ulteriormente valorizzata. È importante preservare e valorizzare il patrimonio culinario italiano, i paesaggi, le piccole botteghe e gli artigiani del gusto, per garantire una crescita nel lungo periodo costante, armoniosa ed equilibrata nel rapporto tra mete più rinomate e le meno note aree interne. Il turismo enogastronomico riduce l’overtourism e gli squilibri, contribuisce a mantenere le attività tradizionali nei piccoli borghi e nelle zone rurali, porta entrate aggiuntive ai produttori stimolandoli a tutelare attivamente il paesaggio, che è tra le principali leve di scelta del turista”.

Le tendenze emerse dal Rapporto

In questo quadro vanno collocate le quattro principali tendenze emerse dal Rapporto. E, cioè:
Varietà, esperienze a 360 gradi. I turisti italiani vogliono scoprire mete nuove (63%) e diversificare l’esperienza, ricercando proposte autentiche e sperimentando attività sempre diverse a contatto con la natura e, quindi, degustazioni in vigna e negli uliveti, eventi che abbinano gusto-artemusica, workation nelle aree rurali sino ad arrivare a nuove proposte quali foraging (indicato da 1 italiano su 2), corsi di sopravvivenza e attività ludiche come escape room e caccia al tesoro. Cresce l’attenzione verso le esperienze in tutti i luoghi di produzione: non solo cantine, con i caseifici in prima linea.
Frictionless. Accessibili e facilmente acquistabili: così devono essere le esperienze per il turista. Il gap tra interesse ed effettiva fruizione è ancora elevato: il viaggiatore oggi deve essere messo nelle condizioni di poter reperire facilmente le informazioni, scegliere e prenotare le proposte disponibili. Non è quindi un caso che se il 63% degli intervistati dichiara di voler prenotare le visite alle aziende di produzione online, solo il 23% le ha acquistate dal sito e il 20% tramite intermediari online. Nella scelta sono numerose le fonti di informazioni che il turista utilizza, ma tende a fidarsi soprattutto di parenti ed amici (indicati dal 54% dei viaggiatori italiani). I social media sono importanti soprattutto per i più giovani (Facebook per i Millennials e Instagram per la Generazione Z). Effetto “The White Lotus”: nella scelta della destinazione, cresce l’influenza di film e serie tv ambientate in uno specifico territorio.
Green & social. Il turista italiano si mostra sempre più attento alla sostenibilità, adottando comportamenti consoni in viaggio: evita di sprecare cibo al ristorante (indicato dal 65%) e in vacanza ha comportamenti più rispettosi dell’ambiente rispetto a quando è a casa (54%). Mostra, un forte desiderio di stare a contatto con la comunità locale e di contribuire al benessere sociale attraverso il suo viaggio. Aumenta la destagionalizzazione dell’esperienza, considerata non solo
come modalità di risparmio e per vivere i luoghi quando meno affollati, ma anche come una scelta responsabile per assicurare turismo tutto l’anno alle destinazioni scelte.
Longevity. Il viaggio enogastronomico diventa occasione per dedicarsi al proprio benessere e imparare a adottare stili di vita più salutari: il 71% dei turisti italiani vorrebbe trovare menù con ricette che fanno bene alla salute. Ecco che la Dieta Mediterrana diventa un asset da valorizzare e attraverso cui connotare l’offerta turistica. L’ambito rurale costituisce il luogo ideale dove staccare dalla routine giornaliera, dalla tecnologia (con il 62% degli intervistati che desidera fare viaggi enogastronomici in cui ci sia la possibilità di un digital detox), dalla confusione delle città stando con parenti ed amici (quasi 6 turisti su 10 vorrebbe trovare proposte di viaggio in ambito rurale per stare con i propri cari).

Come soddisfare i nuovi bisogni del turista?

A questo punto ci si chiede come soddisfare i nuovi bisogni del turista.
Il rapporto, per esempio, cita l’importanza di valorizzare la ricchezza enogastronomica regionale. Il patrimonio nazionale è ricco, con tutte le regioni che hanno eccellenze e specificità in termini di prodotti, ricette, piatti tipici e, l’autrice del Rapporto, si sofferma su tre regioni in particolare, Sicilia, Emilia-Romagna e Campania perché gli italiani le ritengono le migliori regioni dal punto di vista enogastronomico mentre le città più ambite sono Napoli, Bologna e Roma. Cosiderato poi che oggi gli italiani oggi sono i primi viaggiatori enogastronomici del Paese, il fatto che non conoscano ancora molte delle tipicità regionali rappresenta un’opportunità per valorizzare le aree rurali nonché un’occasione per far crescere il turismo interno.
Innovando le experience. La voglia di novità che caratterizza il turista rappresenta un’opportunità da cogliere immediatamente. Ad esempio, è auspicabile stimolare l’apertura al turismo di tutti i luoghi di produzione – caseifici, salumifici, fabbriche di cioccolato – con proposte di visita e tasting in azienda. Ma anche favorire la nascita di experience leisure diversificate in ambito rurale ed a stretto contatto con la natura – come tour a piedi e in bicicletta, attività di wellness – e che sian capaci di andare oltre ai “luoghi comuni”. Questo processo deve essere accompagnato da una comunicazione innovativa e differenziata per target.
Insomma, il turismo enogastronomico rappresenta un’opzione per destagionalizzare i flussi e rendere le destinazioni (in primis quelle marittime e montane) attrattive per tutto l’anno, garantendo lavoro costante a chi opera in quest’ambito. Appare importante, innanzitutto, creare connessioni tra le aree rurali e urbane, anche nell’ottica di re-distribuire i flussi ed evitare fenomeni di overtourism. Allo stesso tempo, è necessario intraprendere azioni di tutela e valorizzazione della cultura e del paesaggio enogastronomico promuovendo una governance
sostenibile.
Roberta Garibaldi, oltre a sintetizzare le aspettative del popolo dei viaggiatori, ha pure presentato – ovviamente alle istituzioni preposte e agli stessi operatori – una sorta di scaletta delle cose da adottare per far crescere ancora di più un settore che sta solo aspettando di “esplodere”, per il bene di tutti.