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Scenari

Doc Delle Venezie, l’integrazione interregionale funziona. Armani: “Pinot grigio nostra locomotiva”

08 Aprile 2024
Albino Armani durante la conferenza Albino Armani durante la conferenza

Dalla conferenza stampa “Pinot Grigio Delle Venezie Doc: Analisi di mercato e strategie per il futuro” organizzata a Milano dal Consorzio Tutela Vini Doc Delle Venezie, in collaborazione con Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), è emersa l’importanza del grande modello di integrazione interregionale che include in un’unica denominazione di origine le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento per questa doc. Tant’è che nel 2022 sono state prodotte e commercializzate 230 milioni di bottiglie di Pinot grigio delle Venezie, di cui il 96% esportate e il resto venduto in Italia. “Con il Nord-est che produce l’85% del Pinot grigio italiano – e il 43% di quello globale – su 25.000 ettari vitati e una filiera produttiva rappresentata da 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 imprese di imbottigliamento”, ha evidenziato Albino Armani, Presidente del Consorzio doc delle Venezie. Aggiungendo che la Doc sta tuttora registrando un andamento in controtendenza rispetto ad altre denominazioni. Nonostante il calo generale del consumo di vino, infatti, il Pinot grigio registra un trend, sia pure lieve, ma costante di crescita in termini sia di volumi sia di valore. Infatti, nel 2023, un anno piuttosto complicato, il Pinot Grigio Doc Delle Venezie ha chiuso un bilancio incoraggiante con quasi 5 milioni di bottiglie in più sul mercato rispetto all’anno precedente.

Attenzione, però, a puntare sempre sulla qualità e, ha sottolineato un autorevole giornalista che conosce molto bene il settore, Luciano Ferraro, vice direttore del Corriere della Sera che aveva il compito di “gestire” i relatori del convegno, a come si comunica il prodotto se si vuole difendere un successo che assicura un soddisfacente reddito di impresa e, conseguentemente, la voglia di investire e di fare sempre meglio. Già la decisione di organizzare questo evento c’è la voglia di continuare a sostenere il miracolo del Pinot grigio del Nord-est, ha sottolineato il presidente Armani, e, quindi, “posso dire che questa è una giornata fantastica perché operatori, aziende e stampa hanno potuto riconoscere il successo di modello di integrazione che siamo stati capaci di realizzare”. Tant’è che Fabio Del Bravo, della Direzione Filiere e Analisi dei Mercati di Ismea, ha presentato dei dati che mostrano una crescita dei vini bianchi che nell’ultimo decennio sono passati dal 47% al 62%, con un picco importante a partire dal 2021, a testimoniare il recente cambiamento dei trend di consumo. Interessanti i dati sulle esportazioni italiane di vino che, in un contesto di scambi internazionali in flessione, hanno sostanzialmente tenuto, anche rispetto ai tradizionali competitor come Francia e Spagna. Ma ancora più interessante notare come l’incidenza delle Dop sia passata dal 35% al 59% in volume e dal 52% al 67% in valore, numeri che dimostrano la sempre maggiore attenzione del consumatore nelle scelte d’acquisto, in particolare all’estero.

E, infatti, il lavoro di ricerca e raccolta dati presentati nel corso del convegno, conferma la validità del percorso strategico di valorizzazione della denominazione di origine Delle Venezie che negli ultimi anni ha visto rafforzato il suo posizionamento a livello internazionale. La conferma è arrivata dalla testimonianza di tre grandi imprese associate, rispetto a risultati e obiettivi a livello produttivo-qualitativo e di posizionamento nonché rispetto alle opportunità e alle criticità del commercio estero e, cioè, Massimo Romani (Ad di Argea), Enrico Zanoni (Direttore Generale di Cavit), Franco Passador (Ad di Vivo Cantine Viticoltori Veneto Orientale) che hanno animato il talk moderato da Luciano Ferraro. Romani ha detto che “il nostro obiettivo principale deve essere la “premiumizzazione” del prodotto, associandolo ai grandi marchi trainanti che aiutino a renderlo un vero e proprio simbolo di eccellenza sul mercato. Il Pinot Grigio del Nord-est già possiede nella propria natura molti elementi che ne determinano il successo. Tuttavia, considerando i buoni risultati registrati da altri Pinot Grigio territoriali, ad esempio quello siciliano ed abruzzese, sarà essenziale concentrarsi sull’incremento del valore e sui caratteri distintivi della Doc Delle Venezie”. Mentre Zanoni ha parlato del successo del Pinot Grigio nel mercato americano “dove siamo stati pionieri nell’introdurre questa varietà negli Stati Uniti alla fine degli anni ’70 che ha avuto un impatto positivo all’inizio degli anni ’80 e per tutti gli anni ‘90, dalla ricerca da parte del consumatore di un’alternativa al più diffuso Chardonnay californiano. Il Pinot Grigio italiano continua a mostrare grande resilienza in un mercato che oggi invece manifesta disaffezione al vino soprattutto da parte della fascia più giovane di consumatori, perché in grado di soddisfare la crescente domanda di vini più leggeri e versatili. E, poi, non possiamo sottovalutare l’importanza del valore di marca nella promozione del prodotto, tenendo conto che il valore della denominazione deve crescere parallelamente a quello dei grandi brand”.

Rispetto al prossimo futuro, Zanoni ritiene che all’interno di un mercato in evoluzione come quello americano, il Pinot Grigio italiano – inclusa quindi la Doc delle Venezie – continuerà ad essere il competitor numero uno del Pinot Grigio statunitense. Per Passador, invece, il tema della sostenibilità ambientale è “strategico e importante per la filiera Doc Delle Venezie raggiungendo, come testimoniato dall’indagine Ismea, una percentuale eccezionale in termini di adesione agli standard di sostenibilità, pari ad oltre il 70%, con la nostra realtà che si distingue ulteriormente superando l’80%. In questo senso, non possiamo non elogiare la sensibilità e la pronta risposta degli agricoltori nell’adesione alla coltivazione con il metodo biologico e/o agli schemi di certificazione volontaria Sqnpi, ViVa ed Equalitas”. Passador ne ha approfittato per mettere in evidenza un importante elemento distintivo del Pinot Grigio Doc Delle Venezie, ovvero una filiera interamente certificata che utilizza su tutto il vino in commercio il contrassegno di Stato a garanzia della tracciabilità. “Si tratta di un elemento spesso trascurato nella comunicazione al consumatore che invece dovrebbe essere posto in primo piano, a differenza di altre produzioni di Pinot Grigio a livello nazionale che sono sul mercato prive del contrassegno di Stato. La fascetta contrassegno di Stato è uno dei nostri punti di forza, un messaggio che il consumatore deve comprendere e privilegiare nella scelta d’acquisto”.

Considerazioni importanti, visto che dalla ricerca Ismea sulla Doc Delle Venezie, emerge che la denominazione triveneta occupa il secondo posto del podio con quota 10% del volume totale delle prime 20 denominazioni di origine italiane – che da sole sommano il 70% del volume nazionale – seconda solo alla Doc Prosecco. L’indagine svolta da Ismea, aggiornata a marzo 2024 su un campione rappresentativo dell’intero territorio di produzione, conferma una forte adesione delle imprese al regime biologico e a schemi volontari di sostenibilità, oltre a registrare un numero elevato di aziende che intendono aderire nel prossimo futuro. Confermata la vocazione all’export dalle aziende interpellate per la ricerca, adesso è importante cercare nuovi mercati e, in questo, Matteo Zoppas (Presidente Ice Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), dopo aver sottolineando il ruolo di Ice nell’accompagnare le imprese vitivinicole italiane nel loro percorso di internazionalizzazione, grazie alla vasta rete globale di uffici Ice e dai trade analyst operanti sul campo, facilitando l’incontro tra le aziende italiane e i buyer internazionali e creando opportunità di business durante eventi fieristici di rilevanza mondiale come Vinitaly, ha anticipato che alla imminente edizione del Vinitaly, porterà oltre 500 buyer profilati, offrendo alle aziende italiane l’opportunità di espandere la loro presenza sui mercati internazionali. Mentre il ruolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato illustrato da Augusto Reggiani, che ha pure parlato della “Giornata del Made in Italy” che si terrà il 15 aprile, nel quadro di un importante momento di celebrazione dell’eccellenza italiana nel mondo imprenditoriale.