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Scenari

Istat, agricoltura nel Mezzogiorno: ecco cosa è cambiato in dieci anni

17 Dicembre 2012
Campo_di_grano_mietuto Campo_di_grano_mietuto

Crescono in dimensioni ma si riducono per numero.

Sono le aziende agricole siciliane secondo il sesto Censimento generale dell’Agricoltura in Sicilia, presentato oggi presso la sala Conferenze della Presidenza della regione Siciliana. Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio regionale di censimento insieme alla sede territoriali ISTAT, al 24 ottobre 2010 in Sicilia risultano 219.677 aziende agricole e zootecniche attive nel territorio, che classificano l’Isola al secondo posto – dopo la Puglia – tra le regioni italiane.

Fra le province, Palermo, seguita da Enna e Catania, sono le province con la maggiore crescita percentuale di superficie agricola utilizzata e di superficie aziendale totale. A Caltanissetta, Siracusa ed Enna aumentano prati permanenti e pascoli. A condurre le unità aziendali ancora prevalentemente di tipo individuale o familiare (il 94,3%), rispetto alla precedente rilevazione del 2000, sono sempre di più giovani imprenditori under 50. Rispetto al passato, cambia invece la struttura fondiaria, più flessibile – rispetto al passato e alla media nazionale – grazie al maggior ricorso all’uso di superfici in affitto o gestite a titolo gratuito.

Il sesto censimento ha per la prima dedicato una sezione del questionario di rilevazione alla commercializzazione di prodotti e alle colture biologiche. Rispetto alle altre regioni, la situazione delle aziende siciliane si caratterizza per condizioni di maggiore arretratezza e dipendenza dai canali di distribuzione commerciale a discapito della più redditizia vendita diretta. D’altro canto, i conduttori siciliani sfruttano più degli altri la coltivazione biologica (che rappresenta il 21% di quella nazionale) grazie alla diversificazione e qualità delle produzioni che si realizzano nell’Isola.

Ignazio Marchese