Il Parmigiano Reggiano ha chiuso il 2024 con un giro d’affari da 3,2 miliardi di euro, il più alto mai registrato, in crescita del 4,9% rispetto ai 3,05 miliardi del 2023. Le vendite totali a volume sono aumentate del 9,2%, spinte in particolare dall’export, che ha segnato un significativo +13,7%, mentre il mercato italiano ha registrato un +5,2%.
“Il 2024 – commenta Carmine Forbuso, direttore marketing del Consorzio – è stato un grande anno per il Parmigiano Reggiano, con vendite da record soprattutto trainate dai mercati internazionali”.
La quota export ha raggiunto il 48,7% del totale, pari a 72.440 tonnellate, avvicinandosi alla metà della produzione complessiva. Il Consorzio guarda sempre più ai mercati esteri, anche alla luce di un contesto geopolitico instabile. «Nel primo trimestre del 2025, per la prima volta nella storia, l’export ha superato il 50% delle vendite» spiega Forbuso. «È il risultato di investimenti mirati e della sinergia con tutta la filiera commerciale».Tra i mercati internazionali più performanti troviamo gli Stati Uniti (+13,4%), seguiti da Francia (+9,1%), Germania (+13,3%), Regno Unito (+17,8%) e Canada, che ha fatto registrare un sorprendente +24,5%. In crescita anche i paesi asiatici: Giappone (+6,1%) e Australia (+28,2%).
A livello produttivo, il 2024 ha visto oltre 4 milioni di forme realizzate: 4,079 milioni, in crescita dell’1,62% rispetto al 2023. Le province più produttive: Parma: 1.362.226 forme (+0,87%), Reggio Emilia: 1.217.128 (in lieve calo), Modena: 877.874 (+1,96%), Mantova: 507.631 (+6,56%), Bologna: 114.389 (+4,77%).
Parallelamente, sono aumentate anche le quotazioni all’origine: il Parmigiano Reggiano 12 mesi ha raggiunto gli 11 euro al chilo (+9%), mentre il 24 mesi è arrivato a 12,5 euro al chilo (+5%).
L’Italia resta il primo mercato, con una quota del 51,3%. La grande distribuzione (Gdo) rappresenta il 65% delle vendite, seguita dall’industria alimentare (18%) e dal canale Horeca, fermo al 7% ma con grandi potenzialità. In crescita anche le vendite dirette dei caseifici, pari al 5,5% del totale con circa 9.000 tonnellate, in crescita del 13%. Un canale sempre più strategico per valorizzare il contatto diretto con il consumatore.