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Scenari

Parmigiano Reggiano, nel 2023 superato il record di 3 miliardi al consumo

26 Marzo 2024
Forme di Parmigiano Reggiano Forme di Parmigiano Reggiano

Un anno di grandi numeri per le aziende del Parmigiano Reggiano che chiudono il 2023 con un giro d’affari al consumo di 3,05 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2022, con un aumento del 5%.

Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano ha presentato i dati che registrano risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%) e dalle vendite in Italia (+10,9%). 

La produzione è risultata stabile rispetto al 2022 attestandosi intorno ai 4 milioni di forme. L’Italia pesa per un 57%, con la Gdo (Grande distribuzione organizzata) che rimane il primo canale, mentre la quota export rappresenta oggi il 43%, con una crescita del 5,7% e risultati particolarmente positivi negli Usa, primo mercato estero per la Dop (+7,7%), ma anche in Spagna, Francia e Australia. 

Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Al risultato – è sottolineato – contribuisce anche Caseifici Aperti, manifestazione promossa dal Consorzio che due volte all’anno offre agli appassionati la possibilità di visitare i caseifici partecipanti e scoprire i segreti della lavorazione della Dop (l’edizione di primavera 2024 è prevista per sabato 20 e domenica 21 aprile). I due appuntamenti del 2023 hanno registrato 24.500 partecipanti, con un aumento del 19,5% sul 2022.

“Nel prossimo futuro, il Consorzio – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro, il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori”.