La firma sull’atto notarile è arrivata ieri. Terrazze dell’Etna, la cantina della famiglia Bevilacqua, amplia la sua base produttiva acquistando 5,5 ettari in contrada Allegracore, nel territorio di Randazzo. Nell’acquisizione rientrano anche tre edifici da 200 metri quadri che saranno ristrutturati e destinati all’ospitalità: ne verranno fuori una decina di camere. Il terreno acquisito fa parte di una strategia di ampliamento della cantina avviata nel 2008 da Nino Bevilacqua, palermitano, titolare di uno studio di ingegneria tra i più accreditati a livello nazionale con attività rilevanti anche all’estero. Oggi è tutta la famiglia a dedicarsi a questo progetto. Contrada Allegracore dista in linea d’aria da Terrazze dell’Etna poche centinaia di metri. I 5,5 ettari sono per metà coltivati a Nerello Mascalese e per l’altra metà a Carricante, appartenenti a un professionista con origini randazzesi. Il vigneto ha un’età media di circa venti anni. E con questi vigneti diventano 41 gli ettari di proprietà dell’azienda. E altri tre entreranno in produzione nel 2025. L’obiettivo di Terrazze dell’Etna è quello di portare da 180 a 200 mila bottiglie la produzione aziendale. L’investimento economico non è stato reso noto nei dettagli, tuttavia in quest’operazione è possibile stimare il costo di un ettaro vitato sui 200 mila euro. Un costo significativo, ma ci troviamo pur sempre nel cuore della Doc Etna.
“Con questa acquisizione – spiega Alessia Bevilacqua – possiamo raggiungere l’obiettivo di rendere sempre più autonoma la dotazione delle uve. È un bel vigneto e con gli edifici presenti punteremo sull’ospitalità che è uno degli asset di sviluppo del vino dell’Etna. Siamo in un territorio straordinario che ha bisogno di cose fatte bene e senza fretta. La vendemmia 2023? Difficile, complessa, non sarà la più profittevole. Noi abbiamo registrato un calo, come in tutto il versante nord”. Oggi Terrazze dell’Etna produce 180 mila bottiglie, suddivisi in undici etichette tra cui 4 spumanti, due bianchi e quattro rossi.