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L'intervista

Angiolino Maule (VinNatur): “La mia annata 2014 un po’ meno naturale. Vi dico perché”

02 Aprile 2015
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Angiolino Maule ed il suo VinNatur continuano a riscuotere un notevole successo.

Villa Favorita anche quest’anno e come di consueto in contemporanea con il Vinitaly, ha messo in mostra le proprie produzioni enologiche naturali. Sono 147 le aziende, con trenta nuovi ingressi, specifica lo stesso Maule che poi garantisce: “Tutti saranno sottoposti a controlli rigorosi – dice il produttore veneto -. Chi sta con noi deve sottostare alle nostre rigorose regole. Altrimenti va fuori”.

Maule è uno schietto, non usa giri di parole e parla del successo di VinNatur: “La gente comincia a capire che il vino non deve sapere di pesca, ananas o albicocca, ma di vino – dice -. Per questo apprezzano le nostre produzioni”.

Ed i numeri gli danno ragione: quest’anno a Villa Favorita, 326 importatori che si sono registrati, alcuni che hanno fatto anche un doppio ingresso.
Per Maule, Vivit è solo chiacchiere: “Non li invidio per niente – dice Maule -. Sono molto bravi a stare lì, io non potrei farlo”.

I vini naturali sono il vero obiettivo, ma non un'ossessione. Tanto è vero che il 2014 uscirà grazie all’aggiunta di anidride solforosa: “In dieci anni può capitare un’annata difficile. Nel 2014 abbiamo avuto tre grandinate che hanno devastato il raccolto e siamo dovuti ricorrere alla chimica. Dobbiamo fare il vino, per gli utili, ma la cosa fondamentale è dichiararlo in etichetta, come facciamo noi. E, soprattutto, usarla in contenuti minimi”.

Annate davvero naturali ce ne sono state, anche di recente: “La 2011, e la 2013 e speriamo che lo sia anche la 2015”, dice Maule.

Ma quindi il vino naturale si può fare? “Certo – spiega Maule – chi dice il contrario non sa di quello che parla. Non serve la chimica in vigna oppure in cantina”.

E l’anidride solforosa non è chimica? “Certo che sì, ma è la scelta più logica – dice Maule -. Quella meno invasiva. Ma noi non truffiamo i nostri clienti e lo riveliamo sempre. Il nostro successo forse è dovuto proprio alla nostra sincerità”.

Giorgio Vaiana