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L'intervista

Elisa Dilavanzo (Maeli), da sommelier ad imprenditrice: “Ecco il mio Moscato Giallo”

23 Dicembre 2014
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Elisa Dilavanzo, da sommelier ad imprenditrice agricola, oggi alla guida dell'azienda Maeli, nei Colli Euganei in Veneto. La passione per il vino ed il sogno di portare avanti un progetto e promuovere un territorio, puntando su un vitigno autoctono, il Moscato Giallo, sperimentando nuove vinificazioni. Una scommessa sostenuta dalla famiglia Bisol, in particolare da Gianluca e Desiderio, della storica famiglia di viticoltori in Valdobbiadene, da sempre impegnati nella promozione delle eccellenze territoriali del Veneto.

Elisa Dilavanzo, sommelier e degustatore ufficiale, come diventa imprenditrice agricola?
“Il mio percorso del vino è sempre stato guidato dalla passione. Ho iniziato diventando sommelier e poi da qualche anno seguivo l'azienda Maeli. Ho sempre messo tutta me stessa ed all'interno della stessa, ho assunto diversi ruoli, cercando sempre di trarre il massimo”.
 
Come arriva alla guida di Maeli'?
“Circa un anno fa il mio titolare ha dovuto lasciare il timone dell'azienda. È stato in quel momento che ho pensato di prendere in mano le redini di tutto. La mia idea è quella di  dare origine a vini mai fatti prima, seguendo la natura del territorio. Siamo infatti nelle Terre del Pirio, nel cuore dei Colli Euganei,  una zona di antica origine vulcanica caratterizzata da terreni composti di scaglie marnose di rocce calcaree che godono di un'ottima esposizione alla luce. È qui che il Moscato Giallo sviluppa una grande sapidità, e questa può dare grandi risultati nella vinificazione”.

 
Oltre al  Moscato Giallo su quali  altri vitigni punta l'azienda? Quali le referenze? 
“Per quanto  concerne il Moscato Giallo, vorrei che fosse prodotto andando oltre  i canoni della vinificazione tradizionale ed in cantiere c'è già un progetto di un metodo classico. Al momento lo produciamo in blend con lo Chardonnay (presente al 50%), il Bianco Infinito e anche in una versione spumantizzata, il Fior d'Arancio.  Le altre referenze sono il Rosso Infinito, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot, Carmenere e Barbera e il D+ Colli Euganei, composto per il 70% da Merlot e  per il 30% da Cabernet Sauvignon.  Attualmente  la nostra produzione è di circa 20 mila bottiglie, ma possiamo arrivare anche a 40 mila”.

 
In un momento di crisi non ha timore di portare avanti un progetto così ambizioso?
“In un momento di recessione il mondo non si può fermare e se ci sono delle risorse, bisogna metterle in gioco. Chi resiste adesso, sarà vincente. Passione, energia ed entusiasmo sono fondamentali per portare avanti un progetto e realizzare il proprio sogno. Per me Maeli è questo,  l'azienda dei miei sogni e oggi sono io a guidarla. Voglio sottolineare però che non sono sola, bensì supportata da persone che stimo sia umanamente sia professionalmente, Gianluca  e Desiderio Bisol, della storica azienda di Viticoltori in Valdobbiadene. Anche loro hanno creduto in Maeli e la sostengono ciascuno con i propri consigli.

Maria Antonietta Pioppo