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L'intervista

Marino Breganze (Banca Nuova): il vino per uscire dalla crisi. Euro debole? Favorirà l’export

23 Marzo 2015
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(Marino Breganze, presidente di Banca Nuova)

Come sta il mondo del vino, quali le prospettive future, l’export ed un punto sulla Sicilia. Con Marino Breganze, presidente di Banca Nuova abbiamo affrontato tantissimi argomenti.

Presidente, molti dicono che il vino sia cartina tornasole per la ripresa economica. Lei è d’accordo?
“Sicuramente il vino, insieme ad altre eccellenze dell’agroalimentare, rappresenta un settore particolarmente dinamico, che ha saputo adattarsi al lungo periodo di crisi, modificando le proprie strategie di mercato e puntando su una sempre maggiore qualità dei prodotti. In tal modo le aziende del vino siciliane hanno colto al meglio le opportunità offerte dai mercati internazionali. È importante quindi sottolineare come il vino, e l’agroalimentare di qualità più in generale, possano rappresentare un volano per l’economia non solo in termini di esportazioni, ma anche sotto il profilo dell’attrazione turistica: i luoghi meravigliosi nei quali sorgono molte delle cantine siciliane dovrebbero essere opportunamente valorizzati”.

La propensione all'export del sistema agroalimentare italiano è ancora in aumento? O si è fermata?
“Ci sono segnali positivi sull’export dell’agroalimentare, che rappresenta uno dei settori che meglio ha saputo sfruttare le opportunità offerte dai mercati globali, adattando le proprie strategie, in un periodo nel quale la domanda interna è costantemente calata e in un contesto di mercato nel quale i paesi europei non possono più rappresentare la maggioranza dell’export italiano. I mercati dell’agroalimentare di qualità italiano e siciliano, grazie a punti di forza come tradizione e certificazione, si possono inoltre allineare alle nuove tendenze di consumo a livello mondiale, come per esempio la sempre più diffusa ricerca della genuinità dei prodotti o il crescente interesse  per l’”Italian Lifestyle”. E credo proprio che la “svolta” salutistica nell’ambito dell’agroalimentare, che si sta diffondendo sempre più in diverse aree del mondo, compresi gli Stati Uniti dove si assiste a una costante decrescita delle vendite delle catene storiche di fast food, rappresenti un’occasione unica per le nostre eccellenze del settore agroalimentare, di cui certamente il vino è la punta di diamante”.

Come sta la Sicilia agroalimentare? Risente delle difficoltà della Regione e della scarsa liquidità?
“L’agroalimentare in Sicilia è diventato un settore sempre più dinamico attento ai cambiamenti e votato all’internazionalizzazione, nonostante stia ancora risentendo, al pari di altri settori, della perdurante crisi economica che ha messo in ginocchio le economie di gran parte del mondo. Ci sono dei segnali di ripresa, che però dovranno essere supportati da una sempre maggiore propensione alle esportazioni, che rappresentano una certezza per la crescita. Inoltre quest’anno il settore potrà cogliere tutte le opportunità rappresentate  da Expo e dal Cluster Bio-Mediterraneo proposto dalla Regione Sicilia, mostrando al mondo intero non solo l’assoluta validità dei prodotti siciliani, ma anche la moderna competitività delle aziende dell’isola”.

Euro meno forte sul dollaro. Quanto inciderà sul nostro export? Diamo qualche cifra per comprenderne meglio il vantaggio?
“La svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro certamente inciderà positivamente sulle esportazioni dei prodotti italiani e siciliani di qualità, soprattutto nel settore vinicolo. Gli Stati Uniti infatti sono il maggior importatore di vini al mondo e l’Italia è in cima alla lista dei fornitori con un giro di affari annuo vicino al miliardo di Euro. La maggior competitività generata dal dollaro, che sempre più si avvicina alla parità con l’euro, rappresenterà una notevole spinta per le case vinicole italiane e siciliane che esportano negli Usa”.

Avete creato nuovi prodotti finanziari specifici per l'agroalimentare e il mondo del vino più in particolare?
“Banca Nuova ha sempre puntato ad una “qualità totale dell'assistenza”, non solo tramite le tradizionali operazioni di finanziamento ma, anche e soprattutto, attraverso una concreta attività di supporto ai processi di internazionalizzazione, con utilizzo di canali e strumenti sofisticati ed innovativi. Per sostenere quest’importante sfida, da anni sono stati messi a disposizione dei nostri clienti gli uffici di rappresentanza del gruppo che presidiano i mercati a maggiore potenzialità di sviluppo, quali Brasile, Cina e Sud Est Asiatico, India, Nord America, Hong Kong e Russia. In tali contesti, sofisticati e competitivi, bisogna avere idee chiare su come potere cogliere le numerose opportunità che offrono ed è fondamentale il ruolo dei nostri uffici di rappresentanza gestiti da personale qualificato e integrato nel tessuto economico dei paesi in cui opera, in grado di fornire la migliore assistenza nella ricerca di contatti e partner commerciali”.

C.d.G.