Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

“Più fiducia tra i siciliani”

07 Aprile 2011
dantrassi dantrassi

L’assessore all’Agricoltura: “Il mondo agricolo soffre ma la posizione geografica può aiutarci purchè si faccia sistema e ci sia meno diffidenza tra noi stessi”

L’Italia del vino capovolta dove il Sud diventa Nord fa sorridere Elio D’Antrassi, assessore siciliano all’Agricoltura.Guarda la bozza della prima pagina di Cronache di Gusto

mentre è seduto di buon mattino nel suo ufficio lungo il trafficatissimo viale Regione Siciliana a Palermo. Poi attacca: «Quest’Italia capovolta mi fa venire in mente due concetti. Il primo: la Sicilia è uno spaccato rappresentativo delle problematiche agricole di tutta Italia».

E l’altro?
“La Sicilia ha la capacità di maturare un proprio modello di sviluppo. Ripeto, rappresenta lo spaccato di un’Italia agricola che soffre però di una mancata integrazione delle risorse disponibili e di un gap tecnologico enorme. E quando parlo di Italia mi riferisco soprattutto all’Italia dalla Campania in giù. O in su se guardo la vostra prima pagina”.

Come ne usciamo?
“Paradossalmente noi siamo avvantaggiati.Perché la Sicilia ha la possibilità di avere un suo modello di sviluppo anche aiutati dalla posizione geografica e da una visione che per forza di cose dovrà essere agromediterranea”.

Il vino è già una testa d’ariete nel sistema agroalimentare?
“Sì, decisamente. I miei amici francesi dicono che la Sicilia, per quanto riguarda il vino, è una zona d’eccellenza. La nostra regione ha una produzione di vino naturale che non ha bisogno di nessun tipo di adattamento”.

Allora per certi aspetti il Sud diventa Nord?
“Certo, il Sud diventa Nord. Ma oggi il problema tra Sud e Nord si manifesta nella mancanza di un modello di sviluppo che il Nord possiede già e noi no perché siamo a rimorchio di suggestioni e di programmi che non sono nostri”.

E allora?
“Fare una sintesi tutta nostra che rappresenti una proiezione di un piano di sviluppo per i prossimi 50 anni, attrezzarci da un punto di vista della tecnologia e della ricerca. E soprattutto fare sistema e mettere insieme competenze per cercare di sviluppare queste capacità che non riusciamo ancora ad esprimere”.

Siamo come lo studente intelligente che però a scuola rende poco?
“Esattamente. Troppo distratti, individualisti. Poco inclini all’uso delle tecnologie e dell’innovazione. Si pensi a coinvolgere di più il mondo universitario, ad esempio. E creare un circuito di competenze”.

E poi?
“E poi soprattutto i siciliani dovrebbero uscire da casa ogni mattina e ripetersi di continuo la frase: ‘Io mi fido di te’. Già sarebbe un primo passo importante”.

Il ruolo della Regione?
“La politica sia quella dell’amministrazione pubblica, sia della politica in senso lato, dovrebbe essere proprio quella di favorire il lavoro insieme dei siciliani, i quali dovrebbero trovare una dimensione per lavorare facendo sistema.E sarebbe la vera rivoluzione che però porterebbe sviluppo e ricchezza durature. E allora l’Italia si capovolgerebbe del tutto”.

F. C.