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L'intervista

Xylella, “parla” un ulivo millenario: “I batteri non possono nulla contro di me”

30 Ottobre 2015
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(Un ulivo millenario e lo scrittore pugliese Pino De Luca)

di Annalucia Galeone

La xylella, il noto batterio che minaccia la sopravvivenza di migliaia di ulivi secolari in Puglia è stato scoperto nel 2013. Le misure di prevenzione sono state adottate in ritardo. Al momento l'unica soluzione possibile sembra essere l'eradicazione delle piante nell'attesa che la ricerca faccia dei passi in avanti. 

Da sempre gli ulivi sono considerati simbolo di pace, ironia della sorte sono diventati l'oggetto della contesa. Per preservare la loro esistenza si è innescata una lotta tra gli ambientalisti, i proprietari dei terreni e il personale che ha ricevuto l'ordine di provvedere al loro abbattimento. Sin dall'inizio sono stati ascoltati tutti i pareri, ma mai quello dei protagonisti, gli ulivi. La nostra è una intervista sui generis, abbiamo voluto dare voce al più debole, al protagonista. Il ruolo dell'ulivo è stato affidato allo scrittore pugliese Pino De Luca.

Buongiorno, come sta? Forse la domanda è inopportuna, lo spettro dellacondanna a mortemediante eradicazione aleggia sulla cima suae dei suoi fratelli. Ha paura?
“Buongiorno signorina, io sto come si sta all'aperto. Godendomi il sole quando c'è, la fresca rugiada del mattino e soffrendo quando la tempesta arruffa la mia chioma e i fulmini mi cadono vicino. È la vita di chi ha scelto di non chiudersi. La paura non ci appartiene, magari l'ho avuta quando il mio tronco era mingherlino e le mie radici piccole. Adesso di cosa vuole che abbia paura”?

Lei, ha migliaia di anni, più di tutti coloro che messi assieme la minacciano. Ha visto accadere tante cose nella sua lunga esistenza, ha resistito ad intemperie, a epidemie ed ora la rischia per un batterio portato in Italia dall'uomo. È arrabbiato?
“Ero qui da prima che nascesse l'uomo, nelle vostre Sacre Scritture è riportato che Noé discese dall'Arca, al tempo del Diluvio, quando la colomba gli portò un ramoscello di ulivo. E dunque io c'ero da prima di voi e sono io che vi ho aiutato a crescere. I batteri? Ne ho visti tanti in duemila anni … nessuno di loro può nulla contro di me. Gli ulivi, quelli grandi, massicci, antichi non hanno mai rancore verso nessuno”.

Lei è sano, comunque rischia, i suoi vicini sono stati eradicati. Cosa le hanno detto prima di morire?
“La morte fa parte della vita, certo essere uccisi così, per ignoranza, altrui lascia un po' interdetti. Mi hanno detto: “Ma questi sono scemi?” E qualcuno è riuscito anche ad ascoltare la mia risposta”.

Crede che riuscirete a salvarvi? Sino ad ora i provvedimenti presi hanno riportato dei benefici o sono stati vani. Il piano Siletti è efficace?
“Gli umani distruggono tutto ciò che non capiscono, la storia del mondo c'era prima degli umani e ci sarà dopo. Gli umani sono gli artefici della loro distruzione e si stanno avvicinando pericolosamente a quella soglia. Non tutti gli umani sono uguali come non lo sono tutti gli ulivi, ma tutti respirano e senza gli alberi potranno comprare molte cose ma l'aria…”

Gli uomini non sono tutti ostili. In tanti protestano contro gli abbattimenti, hanno bloccato importanti arterie stradali, si sono arrampicati sui vostri rami per difendervi. Vi vogliono bene, crede ancora in loro?
“Sono dei cari ragazzi, li vediamo di rado, anche loro sono dei semplificatori. I tagliatori risolvono distruggendo, i protettori con la preghiera … per capire chi ha duemila anni bisogna studiare duemila anni di storia…”

Crede nella possibilità di trovare una soluzione? Lei ha dei suggerimenti?
“Io suggerimenti? Io sono solo un vecchio albero di ulivo che è qui da duemila anni. Ho ascoltato molte storie e quelle storie posso raccontare. Ecco, una di esse è capitata agli amici castagni. Era il 2002 e arrivò un insetto che cominciò a molestarli, arrivò dall'oriente, si chiama Dryocosmus kuriphilus detto anche cinipide del castagno. Si cominciò da Cuneo per spargersi in tutto il paese. Sembrava la fine del castagno, si progettarono avvelenamenti e cose di questo genere. Poi si scrisse un protocollo. Duro ma semplice. E si investì nella ricerca. Dodici anni dopo il Torymus sinensis si è diffuso abbastanza da decretare il controllo della vespa cinese e la salvezza degli amici castagni. Ma gli umani del Salento sono importanti e intelligenti come quelli del Nord? Da loro dipende la mia vita e la loro vita stessa. Silletti è un militare, esegue ordini”.

Io la ringrazio per aver risposto alle mie domande, lo so non è facile ed anch'io ho paura per voi. Sono contraria alle eradicazioni siete un patrimonio inestimabile, simboli della nostra terra. Come sarebbe la Puglia senza di voi?
“Non abbiate paura per noi, abbiate riguardo per voi. C'eravamo prima di voi e ci saremo dopo di voi. In qualche angolo un olivastro nato da un seme attecchirà e le nostre chiome, prima o poi, cresceranno. Ma finché non cresceranno voi sarete tutti schiavi di chi venderà l'aria da respirare. La Puglia senza Ulivi? Chiamatela Somalia”.