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Il personaggio

Camuto: “Il vino è fatto di piccole storie. Negli Usa c’è curiosità per i vignaioli di nicchia”

21 Ottobre 2022
Robert Camuto Robert Camuto

di Francesca Landolina

Scrittore e giornalista, Robert Camuto è uno dei giurati del concorso Sud Top Wine del nostro giornale, che premia i migliori vini del Sud Italia e che è giunto alla quarta edizione.

L’occasione del contest, che si è tenuto al Picciolo Golf Resort a Castiglione di Sicilia sull’Etna, è ideale anche per scambiare con lui qualche chiacchiera su come sia andata questa esperienza. Robert sembra soddisfatto ed entusiasta, per quel Sud che narra nel suo ultimo libro, Altrove a Sud (edizioni Ampelos), e che a suo parere sta vivendo un periodo “delizioso”. “Ho trovato vini particolari, che mi hanno davvero sorpreso. Penso che il Sud in generale, stia vivendo un periodo speciale perché si riscoprono le tradizioni in modo intelligente. La mia non è una nostalgia del passato. Quando esalto le tradizioni lo faccio semmai con quella che si può definire ‘nostalgia del futuro’, perché la tradizione va rimessa in luce, con il suo valore, oggi”.

E sulla comunicazione del vino, prosegue mettendo in evidenza l’importanza di una narrazione che non dimentichi le origini di consumo del vino stesso. “In Italia c’è tanta diversità, il vino è un connubio di territorio, tradizioni, cucina, persone. Per raccontare il vino bisogna, secondo me, non dimenticare che al Sud Italia è legato alla tavola. Non è fatto per essere degustato al calice, lontano dal cibo”. Meno tecnica, più emozione, più storytelling insomma. Anche perché in America, le curiosità aumentano se si tratta di piccole scoperte vinicole. “Per gli americani, le zone del vino italiano più apprezzate sono quelle della rivoluzione degli anni ’80, il Piemonte, la Toscana, ma oggi c’è una grande apertura verso tutte le zone, oltre a quelle. C’è meno snobismo. Se un vino piace, conta quello, non importa se ha raggiunto un punteggio alto nelle classifiche più blasonate della stampa. C’è più curiosità da parte del pubblico, da New York a Seattle passando per Chicago, ristoratori e consumatori sono più aperti alle piccole scoperte, alle piccole grandi storie”.

Robert presenterà il suo ultimo libro a Taormina Gourmet, ci parla anche di quella passione per il vino che in lui è esplosa nel 2000 in Francia, dove a colpirlo sono state proprio le piccole rivoluzioni dei vignaioli che dal basso hanno iniziato un cambiamento, riuscendo ad emergere accanto a grandi nomi più affermati. “In questo libro ci sono i ricordi di quando avevo dieci anni e sono arrivato in Sud Italia, per mia nonna che è di Vico Equense. Ho cominciato, a quell’età, a scoprire i sapori del Mediterraneo i suoi profumi. Ho decido quindi di fare un viaggio al Sud per ritrovarli ancora e conoscere la realtà del momento”. In Sicilia? “Mi sento a casa”.